Le ossa della mano (falangi e metacarpi), pur se molto resistenti possono fratturarsi se sottoposte ad un trauma violento: schiacciamento, distorsione, urto, ecc. Il trattamento varia in relazione alla sede e alle caratteristiche della frattura, all’età del paziente. E’ importante sapere che queste fratture, anche quelle apparentemente banali, se non trattate correttamente, possono dar luogo a esiti funzionali anche permanenti (rigidità, limitazioni funzionali, deformità, difetti di rotazione).
Nelle fratture composte e stabili è sufficiente una immobilizzazione in tutore, stecca o gesso per un periodo variabile fra le 3 e le 5 settimane a seconda della sede della frattura. L’immobilizzazione deve rispettare rigorosamente la posizione funzionale delle diverse articolazioni per evitare rigidità residue e deve essere mantenuta per lo stretto tempo necessario.
Nelle fratture scomposte o instabili è spesso necessario ricorrere ad un trattamento chirurgico. Esistono diverse tecniche e mezzi di fissazione dai semplici fili metallici di Kirschner, alle viti e alle placche miniaturizzate, ai sistemi di fissazione esterna; ciascun sistema deve essere adattato al tipo di frattura e al paziente che lo richiede.
La filosofia moderna è quella di eseguire una sintesi la più stabile possibile, così da consentire una rapida ripresa del movimento, producendo il minimo danno chirurgico possibile (mini invasività). Questi concetti hanno determinato un ricorso sempre maggiore ai sistemi di fissazione interna stabile miniaturizzati o a sistemi di sintesi endomidollare che consentano il movimento immediato della parte. Le tecniche suddette ovviamente richiedono una estrema meticolosità e precisione da parte del chirurgo.
La complicanza più frequente, una volta guarita la frattura, è la limitazione del movimento della mano o delle dita interessate. Aderenze e retrazioni conseguenti alla immobilizzazione possono formarsi a livello dei tendini, dei legamenti e delle articolazioni. Per limitare questo rischio è necessario immobilizzare correttamente le fratture per lo stretto tempo necessario o operare la frattura consentendo una precoce mobilizzazione. Per riacquistare un buon movimento, dopo una frattura della mano, è quasi sempre necessario eseguire una riabilitazione (fisioterapia).
Altre complicanza possibili sono il ritardo o la mancata consolidazione della frattura, l’infezione, la deformità, la sindrome algo-distrofica. Sebbene alcune di queste siano legate al tipo di trauma e di frattura o alle caratteristiche del paziente, un trattamento attento e corretto è in grado di minimizzare il rischio di sviluppare delle complicanze.